Quando riponi la divisa nell’armadio, nonostante sia lavata, sai che lì sono impregnati tutti gli odori, le vicissitudini, le emozioni, le gioie, i dolori, la sopportazione, e tanto altro.
Solo chi la indossa può capire , e solo chi la rispetta (anche senza mai averla indossata ) può immaginare, quanto sia dura la vita del “Volontario”.
Molti mi chiedono: Ma ti pagano? Ed al mio ” NO È VOLONTARIATO”, detto col sorriso, mi rispondono: “Ma allora perché lo fai?”, beh…ci sarebbero tremila motivi per spiegare ed altri tremila per non poterlo fare.
Diciamo che i motivi per restare sono più forti di quelli che ti spingono, spesso, ad abbandonare tutto.
Noi veniamo pagati, ogni giorno. Veniamo pagati quando sappiamo di poter contare su un nostro collega, perché abbiamo instaurato un rapporto di fiducia.
Veniamo ripagati quando al termine di un incendio, la nostra divisa è sporca, sudata, e puzza di fumo, le scarpe sono pesanti ed anche i piedi non reggono più, ma c’è sempre qualcuno che ti dice “GRAZIE” per quello che fate”. Veniamo ripagati quando il nostro Comandante al termine del servizio dice ” bravi ragazzi, ottimo lavoro oggi”.
Veniamo ripagati quando i nostri colleghi partono per le zone terremotate, con la paura e la speranza di tornare ancora tutti interi, cercando di rassicurare chi negli occhi ha solo tristezza e scavando con le proprie forze per sentire il respiro di qualcuno che ancora è sotto le macerie.
Veniamo pagati quando tutto questo ci riempie il cuore d’orgoglio.
– Fate volontariato.
– Fatelo prima di tutto per voi stessi.
– Fatelo per capire quanto siete capaci di sopportare, di gestire e di gestirvi; di comprendere che un sorriso o un semplice “Grazie”, vale molto più del denaro che hai in tasca. #SempreOperativi

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